mercoledì 6 novembre 2019

Antichi toponimi cargeghesi: Marisennero




di Giuseppe Ruiu


Vi sono alcuni toponimi che nel corso del tempo cadono in disuso per essere poi gradualmente dimenticati dalla memoria locale quasi come non fossero mai esistiti. Così è anche per alcuni nomi di luogo del territorio di Cargeghe, laddove altri godono invece di maggior "popolarità", come ad esempio per il toponimo: Pedras Serradas, il cui caratteristico sito è posto quasi a confine con il territorio di Florinas, menzionato già nel 1354 - Petras Serratas - in un atto di infeudazione del sovrano catalano-aragonese Pietro IV, e giunto inalterato nei secoli fino ad oggi.

Altri, come detto, sono stati invece rimossi per varie ragioni dalla memoria locale, come il toponimo: Marisennero preso in esame in questo breve studio. Sopperisce alla memoria popolare la documentazione archivistica, dove lo si trova menzionato per la prima volta all'interno del Libro di Amministrazione della parrocchiale (in lingua castigliana) nell'anno 1764, in merito ad un censo del nobile don Francisco Pinna: «Del mismo censo sobre la tierra de Marisennero» (Del medesimo censo sopra il terreno di Marisennero).

Libro di Amministrazione parrocchia SS Martiri 
Quirico e Giulitta, Cargeghe, anno 1764: Marisennero

Appare di nuovo in due rogiti notarili di divisione di beni, in particolare terreni, appartenenti sempre a dei nobili: i cargeghesi Solinas-Nurra (rogito anno 1878) e i sassaresi Pitzolo-Solinas (rogito anno 1908); attraverso tale documentazione è possibile inoltre ricostruire le varie proprietà sul terreno. Il toponimo viene riportato con le grafie: Marisennero e Maresennero.

Rogito, anno 1878: Marisennero 

Rogito, anno 1908: Maresennero

Data la precisa indicazione dei documenti è possibile risalire all'area dove ricadeva il toponimo, la quale si trova a valle del paese verso il confine territoriale con Muros. Tale area è ricompresa all'interno degli attuali terreni denominati: S'Ena de Pòlitu e Chìrigu Pilu.



Il toponimo Marisennero dal punto di vista etimologico offre interessanti spunti di riflessione data la sua appartenenza a quella categoria di toponimi “non trasparenti”, per dirla alla maniera del linguista prof. Massimo Pittau, poiché è andato perduto il suo significato originario in relazione alla scomparsa della lingua nella quale quel toponimo aveva etimologia “trasparente”, chiara. Tale lingua è probabilmente quella prelatina, o sempre per dirla alla maniera del prof. Pittau: sardiano-nuragica.

Il prefisso protosardo –mara– è ben documentato e dovrebbe significare la presenza di un sito acquitrinoso, paludoso, dove l'acqua ristagna. A riprova di ciò il sito cargeghese che ha originato il toponimo è realmente acquitrinoso nel corso della stagione piovosa. Per quanto concerne il suffisso –ennor/ennero- invece, abbiamo alcuni esempi nella Sardegna nord occidentale, quali: Billikennor/Biddichènnero (Ossi), Salvennor/Salvennero (Ploaghe), citati nel Condaghe di San Michele di Salvennor (CSMS), e Capathennor/Cabatenneru (Osilo), citato come cognome di estrazione toponomastica (con la particella -de-) nel Condaghe di San Pietro di Silki (CSPS) e nel Condaghe di San Nicola di Trullas (CSNT) ed afferenti ad antichi villaggi sardi estinti nel corso dei secoli.

Marisennero (forse esito grafico di: Marisennor) potrebbe essere stato un villaggio medievale, come i precedenti, estintosi anticamente e del quale non è rimasta traccia documentaria né materiale?

Bibliografia

M. PITTAU - Studi di Linguistica Sarda (Sito internet).


G. BONAZZI, Il condaghe di S. Pietro di Silki, traduzione, note e glossario a cura di I. Delogu, Sassari, Dessì, 1997.

P. MERCI (a cura di), Il condaghe di San Nicola di Trullas (PDF), Nuoro, Ilisso edizioni, 2001.

M. SANNA, Carieke e i Condaghes in età medievale, in La civiltà giudicale in Sardegna nei secoli XI-XIII. Fonti e documenti scritti, a cura dell'Associazione San Pietro di Silki, Atti del convegno, Sassari 16-17 marzo 2001, Sassari, Stampacolor, 2002, pp. 281-287.

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