di Giuseppe Ruiu
È
tradizione antica quella di orientare gli edifici sacri già prima
dell'affacciarsi della religione cristiana. L'orientarsi, dal latino
oriri “sorgere”, etimologicamente significa: volgersi
verso oriente, il luogo in cui nasce il sole. Anticamente
l’erezione di un edificio di culto cristiano doveva conformarsi a
determinati canoni simbolici poiché nella tradizione cristiana, il templum è il luogo che ripropone in terra la concezione mistica
dell’universo religioso. Nel corso del medioevo la costruzione di
una chiesa rispondeva a chiare regole sia in merito all'orientamento
del suo asse principale (ingresso-abside) che al periodo in cui il
rito fondativo doveva essere celebrato.
Matematica,
geometria e astronomia erano le discipline che il mastro costruttore,
il magister, doveva utilizzare - attraverso una serie di
calcoli, osservazioni e modelli geometrici - per rendere tangibili, tramite l'orientazione più opportuna, le specifiche simboliche
dei committenti dell'edificio di culto.
Per tradizione la croce di Cristo fu eretta sul monte Calvario in modo da essere rivolta verso ovest, dunque i fedeli in adorazione dovevano rivolgersi a est, Versus Solem Orientem, la zona della luce e del bene: la pars familiaris, in contrapposizione con l'occidentale pars hostilis.
Le chiese erette prima del XVI secolo sono caratterizzate da un orientamento molto accurato (le nostre chiese romaniche ad esempio), mentre dal XVI fino al XVIII secolo, l'orientazione diviene meno precisa, per poi da tale secolo in avanti i luoghi di culto tenderanno ad essere orientati in maniera, possiamo dire, casuale. La spiegazione di questo fenomeno è relativamente semplice: prima del 1500 non essendo diffuso l'uso della bussola in architettura era necessario utilizzare le osservazioni astronomiche per determinare le linee equinoziale e meridiana. Successivamente l'uso della bussola produsse chiese orientate secondo la direzione del punto cardinale est magnetico che differiva in maniera variabile nel tempo dall'est astronomico a causa della declinazione magnetica locale e della sua variazione.
In
virtù di tali valutazioni, si è proceduto all'analisi
dell'orientamento astronomico della chiesa parrocchiale di Cargeghe,
intitolata ai martiri Quirico e Giulitta, la cui commemorazione
ricade il giorno 15 luglio. L'analisi,
condotta per mezzo di misurazioni-osservazioni in situ e con
il supporto di programmi di misurazioni astronomiche reperibili in
rete, non ha i crismi della “scientificità” - si auspica che chi
in possesso di maggiori competenze e strumentazioni possa effettuare
in futuro misurazioni più accurate – ma, nonostante ciò, è
possibile avanzare alcune considerazioni in merito.
L'edificio
di culto, pur in mancanza di documentazione storica, venne
presumibilmente edificato agli inizi del XVI secolo forse su
iniziativa dei feudatari del paese i nobili Montanyans-Castelvì, e
la sua prima menzione è quella dei registri parrocchiali di Cargeghe
nell'anno 1568. Il suo interno, dal punto di vista architettonico,
nonostante le posteriori ed evidenti opere di rimaneggiamento, denota
uno stile tardo-gotico (reso evidente nelle sue quattro cappelle del
lato destro), con alcuni influssi rinascimentali (nelle cappelle del
transetto), con un'abside di certo rimaneggiata tra XVII e XVIII secolo, e una facciata della medesima epoca, con oculo reniforme del
quale si hanno rari esempi nel nord Sardegna.
Declinazione magnetica
La
chiesa si trova in quella che, fin quasi alla fine del secolo scorso, era la parte più elevata dell'abitato del paese; un ciglione
che guarda verso la piana di Campomela e l'odierna strada statale
131, dove la vista spazia libera fino ai rilievi posti tra Osilo e
Ploaghe, dunque senza apparenti ostacoli di natura topografica e
visiva al suo orizzonte. Le coordinate geografiche rilevate per la seguente misurazione sono quelle dell'intersezione dell'asse principale della parrocchiale con l'asse della facciata:latitudine 40° 40' 2.428" N - longitudine 8° 36' 53.011 E. L'orientamento della parrocchiale è a est-nord-est, e misura un azimut, l'angolo compreso tra il nord geografico e l'asse ingresso-abside, di 70°.
Asse principale della chiesa (ingresso-abside)
con azimut di 70°
Planimetria chiesa e asse principale
Non
essendo la chiesa orientata precisamente a est, ma ne differisce
sensibilmente, non vi è dunque un orientamento verso il Sol
Aequinoctialis, il punto di levata dell'astro diurno quando la
sua declinazione è pari a zero, che avviene solo agli equinozi, e
che conformava le chiese medievali: esempio ne sia la chiesetta
romanica di Santa Maria de Contra, ubicata a valle del paese sopra
una collinetta (Contra che è termine caduto in disuso, in
lingua sarda aveva significato di collina, piccolo rilievo). Si è
cercato allora di calcolare in quale giorno dell'anno il sole sorge
sull'asse della chiesa per comprendere se possa sussistere qualche
originario legame simbolico-religioso.
Orientamento chiesa Santa Maria de Contra
Il
4 ottobre del 1582 Papa Gregorio XIII fu l'artefice della riforma del
calendario, per mantenere la data dell'equinozio al 21 marzo si passò
direttamente dal giorno 4 ottobre al giorno 15, sempre di ottobre.
Attualmente la differenza tra calendario Giuliano e calendario
Gregoriano - dal nome del Papa - è di 13 giorni. Dunque in base al
vecchio calendario Giuliano, da prendere in considerazione per tale
ricerca essendo la chiesa anteriore al 1582, l'allineamento
dell'asse della chiesa si verificherà all'alba del giorno 1 agosto
(14 agosto per l'odierno Gregoriano) alle 06:34 ora legale, con
azimut di 70.13°.
Allineamento asse chiesa parrocchiale
In
tale data pare non sussistano particolari ricorrenze religiose che
possano legarla liturgicamente alla chiesa di Cargeghe... sempre che non sussistessero in antico. Si
è provato a valutare anche la data della festività patronale dei
martiri Quirico e Giulitta, che con il paese hanno un profondissimo
legame storico e sociale. L'alba
del 15 luglio (alle 06:18 ora legale) sempre del calendario Giuliano
(28 luglio del Gregoriano) non vi è un allineamento con l'asse della
chiesa, si ha solo un a transito del sole sull'asse della chiesa alle
ore 06:58 (azimut 70.12°).
Al
momento rimane dunque sconosciuto (sempre che non si tratti di pura
casualità o degli effetti della declinazione magnetica) il motivo per il quale il magister
e la committenza, abbiano voluto edificare la chiesa eseguendo
calcoli e misurazioni in virtù dell'alba del 1 agosto.
Per
quanto riguarda invece la seconda chiesa del centro abitato di
Cargeghe, l'oratorio di Santa Croce, è possibile rilevare che
sussiste un perfetto allineamento del suo asse (azimut 98°, orientato con l'alba del 28 settembre del calendario Giuliano) con
il nuraghe Cherchizos, a circa 500 metri a valle del paese, oggi
visibile solo a livello di base nel suo primo anello di pietre, con
un notevole diametro di circa 15 metri. Forse nel 1630, anno di
probabile fondazione dell'oratorio, il nuraghe (probabilmente non ancora un
rudere) venne preso come punto di riferimento visivo, a est, per
tracciare l'asse della chiesa.
Oratorio di Santa Croce con asse orientato all'alba
Allineamento asse oratorio di Santa Croce
con il centro del nuraghe Cherchizos
Nuraghe Cherchizos, accesso.
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Aggiornamento (2 gennaio 2022)
Successivamente alla pubblicazione dell'articolo sono state effettuate ulteriori indagini di carattere agiografico e si è appurato che nel giorno del primo di agosto ricade la festività di
San Pietro in Vincoli. Il legame storico tra il culto di San Pietro e Cargeghe è costituito da una scheda del Condaghe di San Pietro di Silki, databile ante 1063-1065, nella quale si menziona l'edificio di culto di "Sanctu Petru de Carieke"(1) che una certa tradizione storica vuole presente fino a metà ottocento a valle del paese costituendo la parrocchia del villaggio medievale ivi ubicato prima del suo spostamento di sede più a monte. Non è possibile avanzare, a causa della mancanza di ulteriore documentazione storica, altre valutazioni in merito.