sabato 1 aprile 2017

Divisione dei beni del fu reverendo Luigi Pinna di Cargeghe




a cura di Giuseppe Ruiu

Archivio Parrocchiale di Cargeghe


22 febbraio 1823 – Cargeghe

Divisione dei beni giurata e sottoscritta dall'illustrissimo signor Avvocato Francesco Pinna Flores, signor Ignazio Pinna, donna Francesca Pinna e suo marito l'illustrissimo don Antonio Corda tutti di Cargieghe e rispettive [?] [?] giurata e sottoscritta dall'illustrissimo Reverendo Teologo Rettore [?] Giovanni Scarpa in favore dei sullodati Pinna. Come infra.

L'anno del Signore mille ottocento ventitré alli ventidue del mese di Febbraio, Cargieghe

Sia nel nome del Signore Iddio a tutti noto, qualmente l'illustrissimo signor Avvocato Francesco Pinna Flores dimorante nella città di Sassari, e li sanguinei suo fratello signor Ignazio Pinna Alisadimorante nel villaggio di Padria, e sua sorella germana donna Francesca Pinna Alisa residente in quello di Borutta, con espresso consenso del di lei marito il Nobile don Antonio Corda di quella medesima, tutti di questo villaggio di Cargieghe; come altresì l'illustrissimo [?] Reverendo Teologo Giovanni Scarpa Rettore di questa medesima, e costituitisi tutti personalmente nanti gli infrascritti Notaio e testi che pienamente li conosciamo, dicono, che col decesso del fu Reverendo signor Luigi Pinna fratello germano dei sunnominati Pinna Alisa e sanguineo del memorato Avvocato Pinna Flores, dovettero succedere al dominio dei beni da lui lasciati, come i da vedere nell'ultimo suo testamento rogato al Notaio Flores Salis nelli 27 9bre ultimo scorso anno 1822, avendone dall'asse ereditaria prelevata la quarta dei beni per il Legato perpetuo fondato da esso Testatore e che fu consegnata al Parroco attuale il detto Teologo e Rettore Scarpa che fa parte del presente stromento, in cui intende giurare [?] de recepto in quella debita, e più valida forma.

Prevalsi quindi del dritto che hanno dal [?] Testamento, si accinsero ad una commoda, e concorde divisione, detratta che ne fu dall'asse la quarta parte a mente del prelodato Testatore, e venne la medesima consegnata al comparente Rettore Teologo Giovanni Scarpa, quale fu dagli eredi sullodati constituito padrone nella qualità che presenta di legitimo amministratore dei fondi di questa Parochiale Chiesa, sotto l'invocazione dei S.S. Quirico e Giulita, sotto il cui patrocinio li governa e sostiene: quali beni consistono in due predi rustici denominati Sos Pisones uno e l'altro Su Lischeddu siti in questi territori col peso però il primo di scudi cinquanta di proprietà, cui è ipotecato, e penzione annua scudi tre sulla ragione del sei per cento dovuta a questa suddetta Parochiale Chiesa; altro predio urbano sito entro questo popolato, e vicinato detto Sa Piatta Mazore denominato il magazino del grano, attiguo a case del fu Pietro Paolo Tolu Tumbarinu, e per un lato a case del Nobile don Francesco Maria Nurra, e per l'altro a quelle del fu don Francesco Giuseppe Nurra, tutti liberi, e franchi da ogni qualunque altro peso, e servitù, eccetuatone il primo, che torvasi ipotecato al suddetto livello. Fatta che fu l'estratta della memorata quarta, ed altresì la sua rispettiva consegna in potere del memorato signor Rettore, con cui viene eseguita la volontà del Testatore sul Legato perpetuo, hanno anche li comparenti eredi prelevato dall'asse ereditario la piccola vigna che il testatore possedea nei territori di Borutta regione appellata Frida, e la consegnano ai memorati coniugi don Antonio Corda, e donna Francesca Pinna, quali accettando detta vigna obbligansi dare li due Legati ordinati in detto Testamento, che sono di scudi quindici caduno, e che si devono uno alla Chiesa del memorato villaggio di Borutta, e l'altro alla Parochiale del villaggio di Muros, restando tutti gli altri coeredi esonerati da tal peso, come così in virtù della soprafatta cessione di vigna,e speciale giuramento d'ammissione, ed obbligo di corrisponsione, come al presente stromento.

Devenuti pertanto alla divisione di detta eredità, poi che furono prelevati li prelodati predi, hanno eletto ciascuno la sua porzione rispettiva; qual divisione seguita, e consecutiva elezione, intendono ratificarla coll'opportuno stromento ascanso di future discordie, ed a cautela e sicurezza delle presenti circostanze, perché così venga ognuno di essi ad [?] quell'atto di assoluto dominio, e padronanza, intendendosi, come padroni assoluti, come in cosa propria.

Pertanto spontaneamente e nella miglior forma legale che in dritto possa aver luogo, sapendo bene quel che si fanno per se stessi loro eredi, e successori quali si vogliano perpetuamente, confessano e per ragioni d'indubitata verità dicono avere diviso l'annunciata eredità inseguito al disposto nel sopra calendato Testamento del fu Reverendo Luigi Pinna, con aver consegnato quei fondi, che costituir devono il Legato perpetuo in sufraggio dell'anima sua, e dei suoi predecessori, come altresì per le spese delli oneri lugubri del di lui obito; e con aver ceduto la vigna nei terretori di Borutta, coll'obbligo di corrispondere li cessionari giugali Nobili Pinna, e Corda, le due lascite alle prefatte Parochie di Borutta e Muros, che jure legati lasciò la mente del prefatto Testatore. Siché trovandosi tutti li sullodati comparenti concordemente uniti, e constituiti nanti l'infrascritto Notaio e testi dicono che si danno per pienamente contenti, e soddisfatti della porzione che ciascun di loro percevuto nella divisione dei mobili, e utensili di casa, come sono argenteria, rame, e stagno, ferro, legname, grano, orzo, legumi, e robe di lingerie, avendosi ognuno rispettivamente ritirato la sua porzione, che perciò non se ne fà merito né menzione. In seguito a tale divisione passarono a quella degli stabili, e ricevettero pro eguali ognuno li rispettivi fondi, che si calendano nel modo seguente.

1. Primieramente ha eletto [?] porzione, chi è pervenuta con beneplacito dei suoi coeredi fratelli, alla Nobile donna Francesca Pinna e di lei marito don Antonio Corda la metà della vigna de Su Monte comprata col gius dell'entrata nel Portone; L'Ischia del Nurache su Suerzu; Nuraghe Curzu di Margarita Sogos; Su Runaghe Curzu de Cherchi; Su Runaghe desa Mandra; S'Adde desa Nughe; S'Attiga de Segnor Cherchi; Su Pezzu de Maria Solinas; la metà del censo che paga Francesco Pittalis; la stanza di sopra del dominario; ed un tratto di terra denominato Su Mamoneddu.

2. Secondariamente ha eletto per sua porzione, e li è pervenuta con ammenzadogli [?] coeredi fratello, e sorella al signor Ignazio Pinna la porzione della vigna desu Monte, che prima teneva il testatore col gius del Portone, della fonte, del [?], della casa, come nella prima divisione, la casa della piazza; la casa che abbita Giovanna Manca colla quarta parte della stanza di Valentino; tutte le terre di Giorrè, compresa la terra incolta, come la possedea il detto Testatore, Su Crastu Biancu in Montes; Monte Iscoba, Sas Mandras de su Marrarzu Mannu, Sa Pala de Santa Rughe de Pedru e Paulu Oganu; Percia comprata da Margarita Sogos; Palas de Marrarzu comprate da detta Sogos; S'Ena comprata da Valentino Marrarzu; S'Ena comprata da Margarita Grana Tanca; li due tratti desu Uturisinu; il censo che corrisponde Chiara Luigia [?] Oggianu; il tratto de Serra Tilippu; e Palu Ebbas.

3. Terzo finalmente è pervenuto, coll'ammenzandegli coeredi fratello, e sorella all'Avvocato Francesco Pinna Flores la metà di Contra, come la possedeva il detto Testatore prima di comprare Su Lischeddu; il magazzino detto desu Inu; Su Pantanu de Andria Oganu, Sa Pala Desos Ruos; Sa Pala desa Fae; Pentumas di Maria Francesca Sechi, Pentumas di Nicolò Madau, Iscorza Corrias cun Sa Pala Umbrina; Su Curadore de signor Cherchi, Baddiju Longu di Francesco Manca; Sa Serra comprata da Girolamo Tanca; Sa Serra comprata da Valentino Marrargiu; Ziu Pedreddu; le terre di Pedras Serradas, come le possedea il Testatore, compresa la terra incolta; il censo che corrisponde Sebastiano Nieddu.

Questi sono i beni divisi tra i comparenti eredi instituiti nel sucalendato testamento quali seli consegnano scambievolmente, e reciprocamente seli danno e donano, constituendosi in essi padroni assoluti, come in cosa propria; mentre da oggi in avanti, ed in perpetuo, vogliono che detti beni stabili passino, e siano presso, ed in potere dei rispettivi divisionari loro eredi, e successori quali si vogliano perpetuamente, colla facoltà di poter di essi ciascuno liberamente disporre come di cosa propria si per atto tra vivi, che d'ultima volontà; ponendosi ognuno nel rispettivo luogo del Testatore, grado, e privileggio, colle stesse prerogative, dritti, e preminenze senzachè si riserivno cosa alcuna sulle porzioni che si consegnano reciprocamente; anzi si obbligano scambievolmente all'Evizione e legittima difesa contra [?] personas. E come così ognuno di loro l'afferma, e giura a mie mani e si soscrivono ad ecezione della prefatta donna Francesca per aserirsi illeterata, che [?] in parte il disposto del Portatore, devesi eseguire in tutto, e per tutto la [?] fondazione del Legato perpetuo, per cui è da dichiararsi, che il legatario, sia il Parroco attuale; che li successivi pro tempore, sarà, e saranno sempre tenuti alla celebrazione di tante messe, quanto sarà il prodotto dei fondi a patti, e condizioni espresse in detto testamento, cioè, che lasciando, od omettendo d'adempiere asi rigoroso precetto, abbiamo gli eredi l'azione di proclamare, con impossessarsi dei fondi legati; e frane loro celebrare i [?]; quali fondi consistenti come sopra in Su Lischeddu, Sos Pisones, e magazzino, si consegnano dai comparenti Pinna Flores, ed Alisa al memorato; illustrissimo [?] Reverendo Teologo Collegiato Emerito Giovanni Scarpa Rettore di questo villaggio di Cargeghe, spiegandosi che detto Lischeddu tiene il suo limite come scorre il ruscelletto, il letto del quale si dirigge verso il laco [laccu. Vasche scolpite nella viva roccia per la vinificazione - ndc] vechio di spremer uve, e forma il suo dovuto limite divisorio col possesso della prelodata donna Francesca Pinna, e come tale lo annetta detto Legatario, e per tale ne giura [?] de recepto nella più ampia, valida forma, con patto permissivo de ulterius [?]. E per cui nella qualità che presenta, sottopone li detti fondi, come così l'afferma, e giura a mano in petto al costume sacerdotale, essendone stato autorizato dal suo giudice ordinario con decretto delli 30 gennaio 1823 che originalmente s'inserisce al presente stromento, e si soscrive, [?] ben inteso ancora che li detti fondi li ammette col peso livellario spora spiegato di scudi tre annui a questa Parochiale Chiesa, e li sottopone ancora al Regio donativo, giusto l'atto sottomissorio dice averne giurato.

Dichiarasi finalmente che resta indiviso un branco di pecore, che pastura Francesco Bazzoni, quali si divideranno nel mese di giugno primo venturo corrente anno; come altresì si rimangono indivisi i frutti dell'attuale seminario, la di cui ricotta sarà a spese comuni, et pro eguali, come pro eguali saranno divisi i frutti; restano similmente indivisi tutti i censi che gli corrispondono nel villaggio d' Uri, giusto gli stromenti di creazione, che presso loro riposano; dei quali censi ne vengono assegnati espressamente scudi sedici, reali otto, e nove cagliaresi di proprietà del prelodato avvocato Pinna Flores, restando tutti gli altri a conto del prelodato signor Ignazio Pinna Alisa, e sua germana donna Francesca Pinna Alisa, assistita dal marito don Antonio Corda; come pure restano indivisi tutti gli altri beni siano stabili, che mobili, e che finora non si hanno dai comparenti in cognizione, e che col tempo potrebbonsi sapere, e che mediatamente, od immediatamente potrebbe loro spettare per l'accennata eredità.

Ultimatasi pertanto la presente divisione, e fatta la consegna dei fondi legati, di cui vien giurata [?] con quelle condizioni espresse nel presente stromento, con cui venne ceduta la vigna di Borutta per le due lascite alle menzionate due Parochie di scudi quindici caduna, e quindi nato l'obbligo ai giugali Corda e Pinna; intendono tutti uniti ratificare detta divisione, volendo che il presente stromento sortisca il suo giusto integro effetto, per cui cedono alla lesione enorme, od enormissima, e la prefatta donna Francesca rinunzia al [?] dall'importanza dei quali furono da infrascritto Notaio pienamente informati. Anzi detta donna Francesca rinunzia ancora autorizata essendo al giuramento della presente divisione, a qualunque clausola dalla Legge permessa, con decretto dell'Illustrissimo Signor Governatore dato col favore dell'Illustrissimo Signor Reggente la Reale Governazione che presenta per inserirvi in copia legale, e da qualunque altro beneficio a favore dalle [?] introdotto; e tutti uniti confermano il contenuto nel presente stromento, in di cui maggior sicurezza ed osservanza, sottopongono rispettivamente tutti i loro beni avuti, e per avere, come così l'affermano, e giurano a mie mani, e si soscrivono tutti ad eccezione della prelodata Nobile donna Francesca Pinna per asserirsi illeterata di [?].

[?] si dichiara, che nella porzione di Contra, verso la parte superiore, che fu pertocata alla prelodata donna Francesca, si obbliga la medesima di dare il passo al memorato avvocato Pinna Flores suo fratello, suoi uomini, buoi, e cavalli che per il transito che fa alla porzione inferiore del predio di Contra, che venne al detto signor avvocato in divisione; con ciò però di non esserli permesso il potervi transitare con [?], né potervi pascolare sosta alcuna di bestiame sotto pena della multa da incorrere ogni qualvolta che [?] simili atti, giusta il sancito della legge si convenzionale, che prescritta dai Reggi Editti; qual porzione inferiore giusta i limiti prescritti, principia dal canale, o roscello d'acqua che vi scola andando a terminare verso le pietre appostevi da Pietro Luigi Porcheddu, ed in seguito transversalmente fino al muro di sopra detto de Cherchizzos; ben inteso però, che il passo di detta porzione, che sarà in quella della detta Nobile donna Francesca sarà in un sito il più commodo, e meno dannoso alla medesima, [?] = Teologo Collegiato Giovanni Scarpa Rettore di Cargieghe = Avvocato Collegiato Francesco Pinna Flores = Ignazio Pinna Alisa, = don Antonio Corda = Testi presenti, che si soscrivono sono i seguenti cogniti = Sacerdote Gian Maria Fogu teste = Nicolò Virdis Tavera teste = Antonio Vincenzo Tanchis Notaio.
[…]
Antonio Vincenzo Tanchis pubblico notaio.

* Padre dell'autorevole economista Giovanni Pinna Ferrà (Padria, 1838 - Sassari, 1904)

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