venerdì 23 novembre 2018

Gavinu Contene nella sua unica visita a Cargeghe



di Giuseppe Ruiu


Nel corso della probabile apertura di una gara poetica svoltasi a Cargeghe tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento, il celebre Gavinu Còntene (all'anagrafe Gavino Contini), dedicò l'ottava di apertura al paese che lo ospitava in quella occasione.
A detta degli esperti il Còntene, originario di Siligo, fu il maggiore, e artisticamente dotato, rappresentante della poesia estemporanea sarda a cavallo tra i due secoli.



Come recita nell'ottava, egli si scusa, pur senza averne grande responsabilità, per la sua tardiva visita nel paese.
Cargeghe, a differenza di altri centri del circondario, non ebbe poeti improvvisatori di acclarata fama, ma la passione per la poesia era viva così come la partecipazione alle dispute poetiche.
La pubblicistica menziona un solo poeta locale, tale Giommaria Ruju (probabilmente trattasi di Giommaria Ruju Biosa, Cargeghe 1818-1878, sindaco del paese nella seconda metà del XIX secolo), noto per essere avverso a “Sa Moda”, un particolare componimento poetico: «Io conobbi e sentii improvvisare un certo Gio Maria Ruju di Cargeghe; ebbene, egli aveva questa fìsima: guai a lanciargli contro una Moda, lasciava in asso l'avversario e si allontanava.» (1).



Versione dell'ottava pubblicata in una raccolta di poesie sul Còntene (2):
In disizu nde fia tantos annos
de fàghere una visita a Carzeghe
Ma iscusade, ca no nd'hapo neghe,
prite mi nd'hana brivu sos affannos.
Su poveru si faghet contos mannos,
e dae chentu nde resessin deghe.
Ma su dicciu antigu narat gai:
"Mezus cumprire a tardu, chi non mai".

L'ottava come viene rammentata dal signor Gavino Loriga di Cargeghe:
Nde fia in disizu medas annos
De fàghere una visita a Carzeghe,
A mie non mi nd'etedas mancu neghe
Ca chie mi nd'at privu sos afannos,
Su pòveru si faghet contos mannos
Ma dae chentu nde resultan deghe,
Ma su dìciu antigu narat gai:
"Mezus cumprire tardu chi non mai”.


1. Dott. Andrea Mulas, Poesie Dialettali Tissesi, Sassari 1902, pag. 462.
2. Non è stato possibile, al momento, risalire all'autore della raccolta di poesie per la doverosa menzione.

giovedì 8 novembre 2018

L'orientamento astronomico della chiesa parrocchiale di Cargeghe




di Giuseppe Ruiu


È tradizione antica quella di orientare gli edifici sacri già prima dell'affacciarsi della religione cristiana. L'orientarsi, dal latino oriri “sorgere”, etimologicamente significa: volgersi verso oriente, il luogo in cui nasce il sole. Anticamente l’erezione di un edificio di culto cristiano doveva conformarsi a determinati canoni simbolici poiché nella tradizione cristiana, il templum è il luogo che ripropone in terra la concezione mistica dell’universo religioso. Nel corso del medioevo la costruzione di una chiesa rispondeva a chiare regole sia in merito all'orientamento del suo asse principale (ingresso-abside) che al periodo in cui il rito fondativo doveva essere celebrato.

Matematica, geometria e astronomia erano le discipline che il mastro costruttore, il magister, doveva utilizzare - attraverso una serie di calcoli, osservazioni e modelli geometrici - per rendere tangibili, tramite l'orientazione più opportuna, le specifiche simboliche dei committenti dell'edificio di culto. 

Per tradizione la croce di Cristo fu eretta sul monte Calvario in modo da essere rivolta verso ovest, dunque i fedeli in adorazione dovevano rivolgersi a est, Versus Solem Orientem, la zona della luce e del bene: la pars familiaris, in contrapposizione con l'occidentale pars hostilis.

Le chiese erette prima del XVI secolo sono caratterizzate da un orientamento molto accurato (le nostre chiese romaniche ad esempio), mentre dal XVI fino al XVIII secolo, l'orientazione diviene meno precisa, per poi da tale secolo in avanti i luoghi di culto tenderanno ad essere orientati in maniera, possiamo dire, casuale. La spiegazione di questo fenomeno è relativamente semplice: prima del 1500 non essendo diffuso l'uso della bussola in architettura era necessario utilizzare le osservazioni astronomiche per determinare le linee equinoziale e meridiana. Successivamente l'uso della bussola produsse chiese orientate secondo la direzione del punto cardinale est magnetico che differiva in maniera variabile nel tempo dall'est astronomico a causa della declinazione magnetica locale e della sua variazione. 

In virtù di tali valutazioni, si è proceduto all'analisi dell'orientamento astronomico della chiesa parrocchiale di Cargeghe, intitolata ai martiri Quirico e Giulitta, la cui commemorazione ricade il giorno 15 luglio. L'analisi, condotta per mezzo di misurazioni-osservazioni in situ e con il supporto di programmi di misurazioni astronomiche reperibili in rete, non ha i crismi della “scientificità” - si auspica che chi in possesso di maggiori competenze e strumentazioni possa effettuare in futuro misurazioni più accurate – ma, nonostante ciò, è possibile avanzare alcune considerazioni in merito.


L'edificio di culto, pur in mancanza di documentazione storica, venne presumibilmente edificato agli inizi del XVI secolo forse su iniziativa dei feudatari del paese i nobili Montanyans-Castelvì, e la sua prima menzione è quella dei registri parrocchiali di Cargeghe nell'anno 1568. Il suo interno, dal punto di vista architettonico, nonostante le posteriori ed evidenti opere di rimaneggiamento, denota uno stile tardo-gotico (reso evidente nelle sue quattro cappelle del lato destro), con alcuni influssi rinascimentali (nelle cappelle del transetto), con un'abside di certo rimaneggiata tra XVII e XVIII secolo, e una facciata della medesima epoca, con oculo reniforme del quale si hanno rari esempi nel nord Sardegna.

Declinazione magnetica

La chiesa si trova in quella che, fin quasi alla fine del secolo scorso, era la parte più elevata dell'abitato del paese; un ciglione che guarda verso la piana di Campomela e l'odierna strada statale 131, dove la vista spazia libera fino ai rilievi posti tra Osilo e Ploaghe, dunque senza apparenti ostacoli di natura topografica e visiva al suo orizzonte. Le coordinate geografiche rilevate per la seguente misurazione sono quelle dell'intersezione dell'asse principale della parrocchiale con l'asse della facciata:latitudine 40° 40' 2.428" N - longitudine 8° 36' 53.011 E. L'orientamento della parrocchiale è a est-nord-est, e misura un azimut, l'angolo compreso tra il nord geografico e l'asse ingresso-abside, di 70°.

Asse principale della chiesa (ingresso-abside)
con azimut di 70°

Planimetria chiesa e asse principale

Non essendo la chiesa orientata precisamente a est, ma ne differisce sensibilmente, non vi è dunque un orientamento verso il Sol Aequinoctialis, il punto di levata dell'astro diurno quando la sua declinazione è pari a zero, che avviene solo agli equinozi, e che conformava le chiese medievali: esempio ne sia la chiesetta romanica di Santa Maria de Contra, ubicata a valle del paese sopra una collinetta (Contra che è termine caduto in disuso, in lingua sarda aveva significato di collina, piccolo rilievo). Si è cercato allora di calcolare in quale giorno dell'anno il sole sorge sull'asse della chiesa per comprendere se possa sussistere qualche originario legame simbolico-religioso.

Orientamento chiesa Santa Maria de Contra 

Il 4 ottobre del 1582 Papa Gregorio XIII fu l'artefice della riforma del calendario, per mantenere la data dell'equinozio al 21 marzo si passò direttamente dal giorno 4 ottobre al giorno 15, sempre di ottobre. Attualmente la differenza tra calendario Giuliano e calendario Gregoriano - dal nome del Papa - è di 13 giorni. Dunque in base al vecchio calendario Giuliano, da prendere in considerazione per tale ricerca essendo la chiesa anteriore al 1582, l'allineamento dell'asse della chiesa si verificherà all'alba del giorno 1 agosto (14 agosto per l'odierno Gregoriano) alle 06:34 ora legale, con azimut di 70.13°.

 Allineamento asse chiesa parrocchiale 
con alba 1 agosto (calendario Giuliano)
Sun Earth Tools

Alba del 1° agosto (calendario Giuliano)
sull'orizzonte visivo della chiesa
Lumos: Sun and Moon Tracker

In tale data pare non sussistano particolari ricorrenze religiose che possano legarla liturgicamente alla chiesa di Cargeghe... sempre che non sussistessero in antico. Si è provato a valutare anche la data della festività patronale dei martiri Quirico e Giulitta, che con il paese hanno un profondissimo legame storico e sociale. L'alba del 15 luglio (alle 06:18 ora legale) sempre del calendario Giuliano (28 luglio del Gregoriano) non vi è un allineamento con l'asse della chiesa, si ha solo un a transito del sole sull'asse della chiesa alle ore 06:58 (azimut 70.12°).

Al momento rimane dunque sconosciuto (sempre che non si tratti di pura casualità o degli effetti della declinazione magnetica) il motivo per il quale il magister e la committenza, abbiano voluto edificare la chiesa eseguendo calcoli e misurazioni in virtù dell'alba del 1 agosto.

Per quanto riguarda invece la seconda chiesa del centro abitato di Cargeghe, l'oratorio di Santa Croce, è possibile rilevare che sussiste un perfetto allineamento del suo asse (azimut 98°, orientato con l'alba del 28 settembre del calendario Giuliano) con il nuraghe Cherchizos, a circa 500 metri a valle del paese, oggi visibile solo a livello di base nel suo primo anello di pietre, con un notevole diametro di circa 15 metri. Forse nel 1630, anno di probabile fondazione dell'oratorio, il nuraghe (probabilmente non ancora un rudere) venne preso come punto di riferimento visivo, a est, per tracciare l'asse della chiesa. 

Oratorio di Santa Croce con asse orientato all'alba 
del 28 settembre del calendario Giuliano
Sun Earth Tools

Allineamento asse oratorio di Santa Croce
con il centro del nuraghe Cherchizos


Nuraghe Cherchizos, accesso.

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Aggiornamento (2 gennaio 2022)
Successivamente alla pubblicazione dell'articolo sono state effettuate ulteriori indagini di carattere agiografico e si è appurato che nel giorno del primo di agosto ricade la festività di San Pietro in Vincoli. Il legame storico tra il culto di San Pietro e Cargeghe è costituito da una scheda del Condaghe di San Pietro di Silki, databile ante 1063-1065, nella quale si menziona l'edificio di culto di "Sanctu Petru de Carieke"(1) che una certa tradizione storica vuole presente fino a metà ottocento a valle del paese costituendo la parrocchia del villaggio medievale ivi ubicato prima del suo spostamento di sede più a monte. Non è possibile avanzare, a causa della mancanza di ulteriore documentazione storica, altre valutazioni in merito.