lunedì 6 novembre 2017

Cargeghesi caduti in guerra



di Giuseppe Ruiu



Anche Cargeghe, come la gran parte dei paesi sardi d'altronde, ebbe i suoi caduti nel corso dei due conflitti mondiali. Già in altro lavoro si parlò dei cargeghesi presenti nell'Albo d'oro dei caduti della Grande Guerra

Monumento ai caduti di Cargeghe

In questo nuovo lavoro, si vuole delineare, poiché la si conosce meglio, la sfortunata vicenda bellica di uno di essi. Quella del fante del 90° Reggimento fanteria della Brigata Salerno: Giommaria Ruiu. Nato il 21 febbraio del 1883 dai coniugi cargeghesi Francesco Ruju Picconi – agricoltore, pastore, consigliere comunale, assessore e sindaco del paese per varie legislature a cavallo tra i due secoli - e Maria Giuseppa Ara Lai. 

Giommaria Ruiu con la moglie Chiara Nieddu 
e i figli Cianedda e Francesco nel 1916, in uno 
scatto prima della partenza per il fronte.

In base alla documentazione d'archivio presente presso l'Archivio di Stato, si ricava dal registro dei ruoli matricolari che Giommaria era alto 1,63, di professione contadino, ed analfabeta. Non svolse il servizio militare.
Venne richiamato alle armi circa un anno dopo l'ingresso del Regno d'Italia nel primo conflitto mondiale, il 10 luglio 1916. Due giorni dopo, il 12 luglio, giunse nel deposito del 46° reggimento fanteria della Brigata Reggio, a Ozieri (SS). Anche tale Brigata, al pari della più celebre, e celebrata, Brigata Sassari, era costituita principalmente da militi sardi.

Mostrine Brigata Reggio

Il 20 settembre 1916, dopo una traversata in piroscafo e un lungo tragitto in treno, arrivò in zona di guerra presso il 90° reggimento fanteria, terzo battaglione, della Brigata Salerno. Per oltre un anno prese parte alle battaglie di tale brigata, quando nel corso della dodicesima battaglia dell'Isonzo, più nota come battaglia di Caporetto, a seguito della disfatta del regio esercito italiano, venne fatto prigioniero dagli austro-ungarici: il 19 novembre 1917.
Condotto nel campo di prigionia di Sigmundsherberg nella bassa Austria, vi morì, probabilmente per le ferite riportate in combattimento, il 23 dicembre 1917.

Mostrina Brigata Salerno

L'atto di morte - le cui notizie sono state pubblicate dal dott. Giuliano Chirra* nel suo poderoso lavoro di ricerca: Mortos in terra anzena – risulta proveniente dall'Imperiale e Regia Cappellania Militare dell'Imperiale e Regio Deposito dei prigionieri di guerra in Sigmundsherberg, n. 964; Giommaria Ruiu è morto per “catarro intestinale”, ed è stato sepolto nel cimitero dei prigionieri di guerra sempre in Sigmundsherberg, circondario di Horn, il 25 dicembre – giorno di Natale – 1917.
Le esequie furono eseguite dal sacerdote Domenico Abbo, sacerdote prigioniero di guerra italiano. Testimoni, il medico superiore Dott. Stork e il sacerdote Miroslav Dilvin, curato di campo.
Giommaria Ruiu lasciò moglie e tre figli in tenera età.

Campo di prigionia di Sigmundsherberg

Cappella e monumento ai caduti italiani

Interno del cimitero dell'ex campo di prigionia


* Un particolare ringraziamento va al dott. Chirra, per aver dato luce alla scomparsa del padre di mio nonno, la cui foto, posta in bella evidenza nella sua abitazione, fin da bambino ha sempre alimentato il mio desiderio di ricercarne le sfortunate vicende belliche.

venerdì 3 novembre 2017

La prima cronaca giornalistica della festa patronale di Cargeghe



di Giuseppe Ruiu



Nell'agosto del 1891 iniziarono le pubblicazioni periodiche del giornale locale: La Nuova Sardegna, che succedette al precedente periodico: La Sardegna, che ebbe una vita cronachistica undecennale, dal 1882 al 1893. La Nuova Sardegna, diede corso alle sue quotidiane pubblicazioni a partire dal 17 marzo del 1892, fino ai nostri giorni, con una forzata interruzione nel corso del regime fascista e fino al maggio del 1947 quando riprese la sua attività.

È tra le colonne di tali giornali che compaiono le prime cronache giornalistiche provenienti dal paese di Cargeghe. Per lo più esse erano corrispondenze locali anonime e sotto pseudonimo – tra i più disparati: Back, Giusto, Termidoro, X, Pamfilo, Ruber, ecc. - degli abitanti letterati del paese; mentre le cronache di una certa rilevanza venivano effettuate da un reporter vero e proprio che si recava in loco.

Di particolare, e romantico, interesse è la prima cronaca giornalistica* dell'antica festa patronale di Cargeghe, che si celebra il 15 di luglio. Essa venne portata all'attenzione del lettori del quotidiano in un articolo dal titolo: «Feste paesane» del 18 luglio 1897.

L'anonimo corrispondente locale, dotato di una certa enfasi, così scriveva:
«Malgrado un'annata che lascia tutto a desiderare, ieri Cargeghe, fedele alle sue tradizioni, ha solennizzato la festa dei suoi santi patroni Quirico e Giulitta.
Si ebbero fuochi artificiali eseguiti discretamente dal pirotecnico Pietro Gojatano da Banari.
La solennità religiosa fu imponentissima, interrotta da un discorso piano, facile, concettoso, dell'egregio teologo Francesco Antonio Santoni. Il concorso fu numerosissimo, non solo dai paesi vicini, ma anche da lontani.
Procedette tutto con ordine e senza alcun incidente.
Sentite congratulazioni al sempre zelante ed instancabile rettore rev. Pilo, che tanto ha lavorato e lavora per il bene materiale e morale del paese, nonché al capo della festa sig. Baingio Manconi, i quali per la felice riuscita non risparmiarono fatiche né spese.»

L'articolo originale
La Nuova Sardegna, 18 luglio 1897

Pagina originale
dove è presente l'articolo

Altre e più antiche fonti, non giornalistiche ma bensì archivistiche, menzionano le celebrazioni civili della festa patronale dedicata ai Martiri dell'Asia Minore Quirico e Giulitta. Già nell'anno 1780 si faceva ricorso ai fuochi artificiali per celebrare i patroni. In quell'anno vennero spesi 17 soldi e 5 denari per allestire tali fuochi: «Por el fuego artificial de polvera a la fiesta del titular.» recita una fonte dell'archivio parrocchiale in lingua castigliana.

Processione dei Patroni negli anni '30 del XX° secolo
foto Maria Giovanna Manca, in Francesca Santoru (a cura di),
Raccontando. Storie, fatti e personaggi di Cargeghe, Sassari, 
Magnum-Edizioni, 2005


* Articolo pubblicato in: Giuseppe Ruiu (a cura di), Cargeghe nelle cronache dell'Otto-Novecento. Sotto l'egida di Inedita - Centro di documentazione culturale, Magnum-Edizioni, Sassari 2004.