martedì 17 aprile 2018

L'antica denominazione della principale fonte di Cargeghe: Sa Funtana de Runache





di Giuseppe Ruiu


A poche decine di metri dal centro storico di Cargeghe, nel sito denominato Binza 'e funtana, - dove ancora sono visibili alcuni antichi ceppi di una delle tante vigne che attorniavano il paese - sorge la storica fonte di Funtana. Posta al di sotto dell'odierno, e antiestetico, muraglione del belvedere che, in epoca moderna, ha tagliato il più antico accesso alla medesima, che dalla via Brigata Sassari vi conduceva per mezzo di un viottolo digradante fino ad essa e al suo adiacente lavatoio. Oggi è accessibile attraverso una scalinata che dal muraglione anzidetto, superando un dislivello di alcuni metri, riconduce alla parte terminale del più antico viottolo, che però di fatto pone la fonte urbanisticamente in disparte rispetto alla sua funzione primigenia – principale fonte di approvvigionamento idrico del paese - e dunque meno frequentata di un tempo... ma soprattutto in virtù delle mutate esigenze odierne di reperibilità dell'acqua potabile!
Per quanto se ne sappia è sempre stata conosciuta dai suoi frequentatori con il suo generico nome, in lingua sarda, di Funtana; poiché non vi era bisogno, tra i cargeghesi, di altre specificazioni per comprendere a quale fonte ci si riferisse.

La fontana prima del recente restauro
Foto tratta da internet

Scopo di questo lavoro è quello provare a risalire alla sua antica, e non generica, denominazione e riscoprirne il toponimo con il quale era anticamente conosciuta, che nella memoria popolare è andato dimenticato.
Ad oggi la più antica menzione in merito alle fonti di Cargeghe risulta essere contenuta in un inedito documento del XVII° secolo presente presso l'Archivio parrocchiale e visionato dallo scrivente.
In esso, una copia di un atto di vendita scritto in una suggestiva lingua sarda con influssi castigliani e genovesi, si descrivono i beni fulcro della vendita: un'abitazione (istallu de duas domos) posta nell'abitato di Cargeghe non lontano dalla chiesa parrocchiale (in su logu naradu carrugiu de quexia), con una vigna (vingia) collocata nella parte posteriore dell'abitazione (a parte de segus) nella località denominata Riuttos. La parte della vigna posta a monte confinava con Sa funtana de runaque: «(...) et parte de subra terminat cun sa funtana de runaque qui est sa funtana qui solen leare sa abba sos de ditta villa de Cargegue.» (e la parte di sopra confina con la fontana di Runache che è la fontana dove sono soliti prendere l'acqua quelli di Cargeghe).
Notizia questa di un certo interessante, poiché attesta l'utilizzo ininterrotto di una fonte nei pressi del centro abitato da parte dei cargeghesi fin dal 1669, anno di estensione dell'atto.

Il documento del 1669
Archivio parrocchiale di Cargeghe

Seppur nella difficoltà di comprendere con precisione le informazioni contenute nel documento circa l'assetto urbanistico della Cargeghe seicentesca, pare di capire che il “carruggio di chiesa” “carrugiu de quexia” (voce genovese con significato di via stretta, per lo più in pendenza; vicolo; dal lat. quadruvĭum, quadrivio) possa identificarsi, sempre con buona approssimazione, con l'attuale area che dalla sottostante via Brigata Sassari, attraverso un vicolo in discreta pendenza, conduce a Sa Piedade – via Roma.

Il vicolo, sulla destra, che dalla via Brig. 
Sassari sale verso Sa Piedade, in
Francesca Santoru (a cura di), Raccontando 
storie, fatti e personaggi di Cargeghe, Sassari,
Magnum, 2004

A ridosso delle case di tale area, nella parte ad esse posteriore, sussistevano delle vigne che digradavano fino alla fonte suddetta ed oltre, nel luogo che nel documento è denominato: Riuttos.
Il toponimo - dal latino rivum, ruscello - potrebbe derivare il suo nome dal ruscello che nelle mappe ottocentesche del Cessato Catasto è denominato: Trainu cantareddu, che oggi attraversa, tombato, la zona nuova del paese e che prosegue il suo corso a valle dell'abitato scendendo lungo la piana di Campomela, qui con l'appellativo di Rio di San Pietro, che poco oltre si innesta con un altro ruscello, proveniente dai confini di Florinas, sempre denominato Rio di San Pietro (o anche Rio dei Molini) che confluisce nel Rio Mascari all'altezza della strada statale 131. Oggi invece per Riuttos si intende quell'area che si estende poco oltre la nuova casa comunale verso l'aperta campagna, e dunque non precisamente corrispondente con quanto descritto nel documento d'archivio.

Trainu Cantareddu, in una mappa
del Cessato Catasto, 

Nonostante ciò (nel documento comunque non si afferma che la fonte fosse ubicata a Riuttos) la presente teoria vuole identificare nell'attuale fonte di Funtana, Sa funtana de runache seicentesca, e a supporto della stessa vengono in soccorso documentazioni edite otto-novecentesche.

Il Dizionario Geografico-Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. Re di Sardegna. Opera monumentale del 1853 di Goffredo Casalis, che per la parte riguardante i tre volumi sulla Sardegna venne coadiuvato da Vittorio Angius il quale si recò personalmente in ogni singolo paese per appurare usanze, costumi e tradizioni. Alla voce Cargieghe, tra le varie notizie sul paese riporta che: «Gli abitanti bevono alla fonte di Runache a 20 passi dal paese». La distanza indicata, 20 passi, precisa chiaramente la vicinanza della fonte al centro abitato.


Negli Emendamenti ed Aggiunte all'Itinerario dell'isola di Sardegna del Conte Alberto Della Marmora pel Comm. Giovanni Spano Senatore del Regno, opera del 1874, si apprende che: «(...). Cargeghe ha una bellissima fonte detta di Tres Nuraghes, perché nel dintorno vi esistevano tre Nuraghi, ora distrutti (N. S.).». Il ploaghese canonico Spano aggiunge l'ulteriore notizia che nei dintorni esistevano tre nuraghes oggi distrutti. Pare di comprendere che il canonico si riferisca alla medesima fonte mutandole nome da Runache in Tres Nuraghes.


Sempre lo Spano, in altra precedente pubblicazione identifica precisamente la collocazione di questi tre nuraghes posti nelle vicinanze della fonte. In Memoria sopra i nuraghi di Sardegna, dell'anno 1867, pag. 19, nota (1) egli sostiene che: «(...). A man sinistra dentro il villaggio di Carzeghe si ha per tradizione che n'esistessero tre, i quali furono demoliti per costrurre il monte granatico, la parrocchia e la casa Nurra.». Tale notizia della presenza di tre nuraghes all'interno dell'abitato del paese, è riportata anche in un altro documento del 1893 dell'Archivio parrocchiale (già riportato in altro lavoro), nel quale il rettore dell'epoca, il cargeghese Pietro Pilo, narra la leggenda di Tres Nuraghes, il nome secondo il quale – ma senza alcun riscontro storico documentale - era denominato precedentemente il paese di Cargeghe: «(...) Cargeghe (...) forse allora denominato Tres Nuraghes (esistono attualmente le vestigia di tre famosi runachi [nuraghi - ndc], uno inerente al monte di pietà, ove oggi trovasi la casa del comune, il secondo vicino alle case della fu signora Giovanna Maria Simula, oggi di Giuliano Carta, il terzo vicino alla parrocchia)».


Abbiamo la testimonianza che le vestigia di tre nuraghes ancora sussistevano alla fine del XIX° secolo. Fermiamo l'attenzione su quello anticamente ubicato dove oggi sorge il vecchio Comune di via Roma - dove anticamente era collocato il Monte di pietà - poiché potrebbe essere egli ad avere dato il nome, per estensione, alla vicina fonte. Tale nuraghe infatti distava circa 50 metri in linea d'aria dalla fonte, in posizione dominante poiché esisteva - ed esiste tutt'ora - un discreto dislivello tra la zona del vecchio Comune e la sottostante area della fonte.
Lo Spano, è lecito presumere abbia fatto un mix - passando il termine - tra l'antico nome della fonte di Runaghe e la tradizione sulla Tres Nuraghes cargeghese, il cui runaghe ne era parte integrante.
Fino agli anni '50 del XX° secolo, così era ancora denominata sui manuali la fontana cargeghese.

Sulla Guida della Sardegna, del 1951, di Alberto Boscolo, Mario Pintor e Marcello Serra, in riferimento alla strada di collegamento tra Muros, Cargeghe e Florinas, la Strada Provinciale 3 (che le fonti attestano costruita nel 1867), si scrive che: «(...) La strada ora, riaccostandosi alla nazionale, incontra il piccolo borgo di Muros, situato su colline calcaree, ed il paese di Cargeghe, che ha una bellissima fontana chiamata di Tresnuraghes. Infine essa raggiunge Florinas, in vista dell'asfaltata. (...)»


Pare sussistano pochi dubbi che ci si riferisca alla fontana in oggetto che all'epoca della descrizione aveva il suo accesso diretto, attraverso il viottolo, dalla strada descritta, che nel tratto compreso nell'abitato di Cargeghe era denominata in alcune mappe precedenti alla attuale denominazione di Via Brigata Sassari: Carrela de sas funtanas, fine XIX° secolo, Stradone Piazza del Popolo nel 1901, e successivamente Via Fontana nel 1939.

Carrela de sas Funtanas, mappa, XIX° sec.

Via Fontana, mappa 1939

Sempre nelle mappe ottocentesche, seppur nella loro estrema stilizzazione, parrebbe che la fonte avesse un più antico accesso dalla soprastante strada attraverso uno slargo, circa all'altezza del vicolo in discesa che da via Brigata Sassari conduce a via Roma-Sa Piedade, e dunque direttamente all'antico nuraghe. Congetturando, man non troppo, potrebbe essere anche plausibile che prima della costruzione della strada consortile Florinas-Cargeghe-Muros, come detto, nel 1867, la fonte si trovasse più a monte dell'attuale, proprio nell'odierna via Brigata Sassari, e che per esigenze inerenti alla costruzione della strada medesima, sia stata collocata più a valle. La fattura architettonica tardo ottocentesca della fontana potrebbe essere un indizio, così come il tunnel al lato destro di essa - che sembrerebbe della medesima epoca - il quale pare discenda da sotto la via anzidetta, con la probabile funzione di convogliare dell'acqua sorgiva.

Mappa del Cessato Catasto del 1843
Forse la prima rappresentazione su mappa dell'abitato.


"Comune di Muros. Compenso per la sua quota di 
concorso nella costruzione della strada consortile
con Cargeghe e Florinas."

Del nuraghe invece rimarrebbero tutt'ora alcune tracce, dato che in un muro di contenimento posto quasi di fronte al vecchio municipio, che delimita l'accesso di casa Sanna, ritroviamo quelli che senza dubbio erano i grandi massi, punteggiati di licheni, parte integrante di un fabbricato nuragico. È probabile che in seguito al suo smantellamento siano stati riutilizzati, spostandoli dunque solo di pochi metri. Uno di essi in particolare, data la forma allungata, pare possa essere un antico architrave.

L'area del vecchio Municipio dove
anticamente era ubicato il nuraghe

Il vecchio Municipio e la fontana, in basso,
visti dalla Strada Provinciale 3

Il muro costituito in parte da massi 
asportati da un nuraghe

Architrave nuragica


Trascrizione documento Archivio parrocchiale
Florinas, 13 settembre 1669

«(…) in su logu naradu carrugiu de quexia q[us]ta terminat de una parte cun domo de Nadolia Manca et de atera parte terminat a parte denantis cun su istallu de Antoni Manca carrera mediante et de atera parte: a parte desegus terminat cun vingia de nois dittos coniugius cun [?] caminu mediante et cun olis et cuntotu juros et pertinençias de [custos?]. Et sa vingia est posta et [situada?] in sos territorios de ditta villa de Cargegue in su logu vulgarm[en]te naradu Riuttos [?] Codina quale terminat de una parte cun vingia de Fran[cisc]u Tolu et de atera parte terminat cun vingia de Baingiu Biddau et aparte de subra terminat cun sa funtana de runaque qui est sa funtana qui solen leare sa abba sos de ditta villa de Cargegue (…)».




Bibliografia

- Vittorio Angius, Geografia, storia e statistica dell’Isola di Sardegna, voll. XVIII bis, XVIII ter,      XVIII quater, in Goffredo Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino, Maspero e Marzorati, 1853.
- Giovanni Spano, Emendamenti e aggiunte all'Itinerario dell'Isola di Sardegna del conte Alberto Della. Marmora pel comm. Giovanni Spano, Cagliari, 1874, vol. III.
- Giovanni Spano, Memoria sopra i nuraghi di Sardegna, Cagliari, Tipografia arcivescovile, 1867.
- Guida della Sardegna (itinerario storico: Alberto Boscolo; itinerario artistico: Mario Pintor; itinerario turistico: Marcello Serra), Cagliari, Società Editrice Italiana, 1951.

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