di Giuseppe Ruiu
La casa parrocchiale
di Cargeghe ha sempre attratto la curiosità di molti, forse per
quell’alone di mistero che vi aleggia: c’è chi giura sulla
presenza di arcaici tunnel voltati a botte celati nei suoi
sotterranei, chi invece asserisce essere stato suo antico proprietario il
famigerato Duca dell’Asinara, tra i più insigni e temuti feudatari
di Sardegna. Niente di più è lecito sapere, nessuno studio
specifico vi è stato mai condotto che si sappia.
Entrarvi significa
compiere un viaggio a ritroso nel tempo e, solo per un attimo,
sorvolando sulle ingiurie apportate dalla negligenza umana e dallo
scorrere lento dei secoli in questo lembo di Logudoro, è possibile
immaginare gli ambienti nel loro stato di grazia durante l’Età dei
lumi. Ecco, d'improvviso pare quasi di scorgere una dama incedere con
grazia, in un frusciare di sete, lungo gli anditi polverosi mentre
al suo fianco, seguito dai lacchè, un nobile dell’Ancien régime
dal volto austero le porge il braccio con garbo.
Chissà quali
sfarzosi ricevimenti sotto le volte decorate dei saloni, quali riti
e cerimonie settecentesche si celebrarono al riparo delle laccate
porte di quercia… Oppure fu solo una rustica residenza di periferia
abbellita per sostenere il rango del proprietario e rendergli più
comode le battute di caccia nella zona?
Probabilmente non si
saprà mai, quel che è certo è che oggi questa vetusta palazzina,
di proprietà della curia di Sassari, versa in uno stato di forte
degrado. Le pitture murarie, e gli stucchi, presenti al suo interno, già in parte
deteriorati, rischiano di venire definitivamente compromesse.
La mancata
salvaguardia e recupero della nostra cultura materiale non può
essere giustificata dalla cronica mancanza di risorse finanziarie, e il senso
civico ci impone ogni sforzo teso al recupero dall’oblio di questo
edificio storico di sicuro pregio artistico che, senza dubbio,
potrebbe raccontare di se parecchio se solo si avesse quella
sensibilità che consente di percepire la sua silente richiesta di
aiuto.
La sua probabile
prima menzione, individuata dallo scrivente nei Quinque libri di
Cargeghe, risale all'anno 1632, dove in un legato del testatore
Juanne Anguelu de Serra Manca, vengono descritte le sue proprietà
tra cui: «[...] su istallu sou de pianu de queya (q[ue] constat
de 19 aposentos ey su palateddu».
La sua casa nel piano
della chiesa che consta di 19 stanze e il palazzetto... e in effetti la casa parrocchiale consta di un numero di stanze molto vicino a quello indicato in questo documento, con il palazzetto ormai non più esistente, ma visibile in foto d'epoca degli anni '50 del XX secolo.
Un'Altra fonte più
antica, dell'anno 1570 menziona altro edificio a più piani quale: su palatu de mastru Pedru de Fiumen, e, sempre all'interno
del villaggio, si descrive la presenza di un non meglio specificato
monastero: su muristere, ma si ignora la sua esatta
ubicazione ne tanto meno si conosce l'ordine monastico a cui
appartenne poiché tutte le altre fonti storiche tacciono della
presenza nel paese di un tale edificio sacro.
Non è possibile
mettere precisamente in relazione queste strutture con l'attuale casa
parrocchiale, anche se la medesima in un lontano passato avrebbe
potuto costituire un unico complesso con l'adiacente chiesa
parrocchiale, come ben descritto in una anonima nota dell'Archivio parrocchiale sempre della
seconda metà del XX secolo:
«Accanto alla
chiesa parrocchiale sorge il complesso, perché tale va definito,
dell'attuale casa parrocchiale, antico palazzetto del Duca
dell'Asinara.
È formata da un
ampio corpo diviso a stanze e da un androne, ora trasformato in
stanza d'ingresso, ma un tempo certamente androne carraio, dal quale
si accedeva ad una torretta della quale restano solo alcuni ruderi, e
che probabilmente ospitava un granaio ed un forno (ancora visibile).
Dietro la casa si
estende un giardino fino a qualche decennio fa strutturato
“all'italiana” e nel quale sono visibili resti cimiteriali, come
d'altronde nei terreni adiacenti alla piazza della chiesa.
All'interno la casa
rivela decorazioni accurate ed, alcune, di buona fattura e
raffinatezza (specie nelle volte), con vari motivi a grottesche,
paesaggi o motivi floreali. Le porte interne conservano, sotto la
vernice, i colori e le decorazioni originali.»
La casa parrocchiale vista dalla via Roma
Il complesso con la chiesa parrocchiale sullo sfondo
Ciò che rimane delle strutture del palazzetto
Vista delle strutture dal retrostante cortile parrocchiale
Vista sempre dal cortile parrocchiale
Puntellamento dell'ingresso dal cortile
Ambienti interni
Ambienti interni, stanza decorata
Ambienti interni, con porta d'epoca
Ambienti interni che affacciano sulla via Brigata Sassari
Volte decorate
Volte decorate
Pittura muraria: visione immaginifica di
Venezia nell '800.
Venezia nell '800.
Pittura muraria: paesaggio con castello e cascate,
e soprastante emblema dei duchi Manca
e soprastante emblema dei duchi Manca
Pittura muraria: paesaggio lacustre
Stucchi
Stucchi con putti
Stucchi
Altre decorazioni si intravedono
sotto lo strato di vernice
sotto lo strato di vernice
Le stalle
Stalle: arco tamponato
Stalle: porta murata che dà accesso ad
altri ambienti sotterranei
altri ambienti sotterranei
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