di Giuseppe Ruiu
In
una nota presente all'interno dei registri parrocchiali di Cargeghe, viene
riportata da parte del rettore dell'epoca, il teologo osilese Filippo
Felice Serra, la breve descrizione dell'inaugurazione - il giorno 25
aprile dell'anno 1858 - del nuovo cimitero, quello che in seguito
verrà denominato dai cargeghesi come: Su Campusantu 'ezzu (il
vecchio cimitero).
Precedentemente
a tale data i corpi dei defunti venivano inumati in altri due
cimiteri presenti all'interno dell'abitato del paese, e denominati:
su cimitoriu, o più
precisamente: su cimitoriu de Santu Chìrigu (Santu Quìrigu), già menzionato nei registri a partire dal XVI secolo e attiguo
alla chiesa parrocchiale, e il cemeterio
Sancte Crucis, di epoca posteriore e attiguo all'oratorio di Santa Croce, nato
probabilmente come luogo di sepoltura dei confratelli della locale
confraternita. I nobili del luogo invece venivano inumati all'interno
della chiesa parrocchiale, ai piedi delle cappelle patronate.
Fino ai precetti di epoca napoleonica - riguardanti esigenze igienico-sanitarie - i quali richiedevano la sepoltura dei cadaveri in luoghi al di fuori dei centri abitati, i deceduti venivano sepolti in luoghi consacrati adiacenti agli edifici di culto o al loro interno, nessuno desiderava - e temeva - di essere sepolto lontano da una chiesa, pena riservata questa a chi era considerato impuro e non degno di essere sepolto in terra consacrata. I precetti napoleonici giunsero dunque a Cargeghe, solo con qualche decennio di ritardo.
Fino ai precetti di epoca napoleonica - riguardanti esigenze igienico-sanitarie - i quali richiedevano la sepoltura dei cadaveri in luoghi al di fuori dei centri abitati, i deceduti venivano sepolti in luoghi consacrati adiacenti agli edifici di culto o al loro interno, nessuno desiderava - e temeva - di essere sepolto lontano da una chiesa, pena riservata questa a chi era considerato impuro e non degno di essere sepolto in terra consacrata. I precetti napoleonici giunsero dunque a Cargeghe, solo con qualche decennio di ritardo.
Nel
XX secolo infine – su progetto avviato nel 1923 dal cav. ing.
Gavino Canalis¹ - venne
edificato quello che è l'attuale cimitero di Cargeghe, popolarmente
detto: Baiolu mannu, dalla località su cui insiste, in
condivisione con il vicino paese di Muros.
L'antico portale del vecchio cimitero.
Quinque
libri parrocchia SS. MM. Quirico e Giulitta di Cargeghe, Libro primo
dei defunti, pag. 292 (306).
Anno
Domini octigentesimo quinquagesimo octavo, die vigesima quinta
Aprilis, Cargeghe. De mandato Rev[erendiss]imi D[o]mini Archiepiscopi
Turritani D[omi]ni Alexandri Dominici Varesini, benedictum fuit a me
infrascripto huyus Ecclesie Parocho pubblicum Cemeterium novum vulgo
Camposanto, extra oppidi menia, centum fere passus a Parrochiali
Ecclesia in meridionali plaga constructum. Presentibus Viceparochis
Aloysio Tolu et Salvatore Simula, et Archiconfraternitate Sancte
Crucis processionaliter induta, nec non majori populi parte. Et ut in
posterum memorie demandetur, hec notavi et supscripsi.
Theol[ogus]
Philippus Felix Serra Parochus
(Anno
del Signore 1858, giorno 25 aprile, Cargeghe. Con mandato del
Reverendissimo Signor Arcivescovo Turritano Signor Alessandro
Domenico Varesini, fu benedetto, da me sottoscritto Parroco di questa
Chiesa, il nuovo Cimitero pubblico generalmente detto Camposanto,
fuori dal paese, costruito nella parte meridionale a un centinaio di
passi dalla Chiesa Parrocchiale. Presenti i Viceparroci Luigi Tolu e
Salvatore Simula, e l'Arciconfraternita di Santa Croce in
processione, oltre alla maggior parte della popolazione. A futura
memoria affidiamo queste note.
Teologo
Filippo Felice Serra Parroco.)
Il
primo inumato all'interno del nuovo cimitero fu, nel medesimo
giorno dell'inaugurazione, il cargeghese Paolo Tolu fu Filippo e Lucia Carta, così come
riportato nella registrazione parrocchiale.
Quinque
libri parrocchia SS. MM. Quirico e Giulitta di Cargeghe, Libro primo
dei defunti, pag. 292 (306).
Anno
Domini millesimo quinquagesimo octavo, die vigesima quinta Aprilis:
Cargeghe. Paulus Tolu filius q[uonda]ᵐ
Philippi et viventis Lucia Carta, et conjugatus cum Maria Hieronyma
Lai de Mores, (?) autem hujus loci, animam Deo reddit in Comunione
Sancte Matris Ecclesie anno quadragesimo quinto etatis sue: Extrema
Unctione roboratus a Viceparocho Salvatore Simula, non vere confessus
nec viatis refectus nam cerebro laborabat: eius corpus humatum est in
pubblico Cemeterio. Infidem.
Doctor
Philippus Felix Serra Parochus
L'interno del vecchio cimitero, da alcuni anni
adibito a teatro all'aperto.
Nota
¹
Notizia tratta dal sito istituzionale del Comune di Muros
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