di Giuseppe Ruiu
Quando compare per
la prima volta il nome del villaggio di Cargeghe sulle antiche mappe cartografiche dell'isola di Sardegna? Partendo da questo interrogativo
si sviluppa la selettiva consultazione di tutte le mappe edite dell'isola dal
XVI al XIX secolo.
La ricerca del nome
di Cargeghe non ha dato risultati nelle mappe del XVI e XVII secolo, se non per la presenza dei nomi dei vicini centri di Codrongianos e Florinas, con varie grafie, che sono ben attestati in alcune mappe già a partire dalla metà del XVII
secolo. Dopo una ulteriore e più attenta consultazione, il nome di Cargeghe compare in successive mappe di epoca sabauda, quando le
carte geografiche della Sardegna si fanno più minuziose ad opera
degli ingegneri militari piemontesi.
Nell'originale e francesizzante forma di: Caraigne, abbiamo la prima attestazione di Cargeghe, e del vicino villaggio di Muros (Muris).
La mappa
cartografica: "Le Royaume de Sardaigne", dell'anno 1753, una carta a
stampa a colori con incisione in rame, ad opera di George Luis Le
Rouge, cartografo e ingegnere del re di Francia Luigi XV.
«Assemblando carte
parziali rilevate nell'isola - come detto - dagli ingegneri militari
piemontesi, costruirà un'immagine altrettanto certa e sicura,
destinata al successo perché basata sull'informazione assunta “sul
luogo del luogo”, espressione abitualmente usata dagli ingegneri
sabaudi per sottintendere il processo diretto di ricognizione
territoriale, del colpo d'occhio sul territorio.»
Così specifica la dott.ssa Isabella Zedda Macciò, dalla cui opera, "Sardinia: Carte geografiche della Sardegna dal XV al XVIII Secolo" (vedi bibliografia), sono estratte le mappe, successivamente digitalizzate da "Sardegna Cultura", nella sezione Cartografia.
Così specifica la dott.ssa Isabella Zedda Macciò, dalla cui opera, "Sardinia: Carte geografiche della Sardegna dal XV al XVIII Secolo" (vedi bibliografia), sono estratte le mappe, successivamente digitalizzate da "Sardegna Cultura", nella sezione Cartografia.
«La
carta del Le Rouge, meglio nota come "degli Ingegneri
Piemontesi", è considerata il miglior documento cartografico
della Sardegna del Settecento, sebbene non manchino numerose
imprecisioni relative al profilo costiero ed alla toponomastica. La
rappresentazione documenta un notevole progresso rispetto alle
precedenti, in particolare per l'alto numero dei nomi sub-regionali
citati, per la presenza delle suddivisioni feudali e per la
segnalazione delle strade. È inoltre presente un'ampia legenda
esplicativa dei simboli utilizzati per l'individuazione delle
miniere, distinguendo tra vari minerali estratti. Al centro a destra
è una scritta che riassume brevemente la storia dell'isola. Sono
presenti anche altre didascalie, come quella in direzione dell'isola
di San Pietro che ricorda l'origine genovese dei suoi abitanti. La
carta ebbe grande successo e venne largamente imitata, nonostante il
Padre Tommaso Napoli l'abbia a suo tempo definita "la più
scorretta potesse mai darsi alla luce".».
Dettaglio della mappa con il nome di
Cargeghe [Caraigne] e Muros [Muris]
Cargeghe, sempre
nella sua originale forma di Caraigne, compare in altre mappe della
fine del XVIII secolo, che con tutta probabilità traggono
ispirazione da quella del Le Rouge.
"Le Royaume de
Sardaigne", mappa del 1784, del cartografo P. Santini.
Dettaglio della mappa con il nome di
Cargeghe [Caraigne] e Muros [Muris]
Altra mappa: "L'isola
di Sardegna divisa né suoi distretti", del 1785, attribuita al
cartografo Antonio Zatta, riporta sempre il nome di
Cargeghe-Caraigne.
Dettaglio della mappa con il nome di
Cargeghe [Caraigne] e Muros [Muris]
Ultima mappa del
XVIII secolo dove ricompare Cargeghe è la carta denominata: "Parte
dell'Isola di Sardegna Divisa n'e suoi Distretti", anno 1792, del
cartografo Giovanni Maria Cassini.
Dettaglio della mappa con il nome di
Cargeghe [Caraigne] e Muros [Muris]
Solo a partire dal
XIX secolo il nome di Cargeghe comparirà nelle mappe dell'epoca con
il suo nome corretto. Per prima la carta
inglese: “Corsica and Sardinia”, del 1829-37, della Society
for the diffusion of useful knowledge.
«La
Society for the diffusion of useful knowledge (SDUK) operò a Londra
tra il 1829 e il 1876 circa. Negli anni 1829-43 realizzò circa 200
carte geografiche che vennero poi pubblicate da Baldwin e Cradock tra
il 1829-37. Questa carta, scritta da John e Charles Walker, entrambi
attivi a Londra nel primo trentennio dell'Ottocento, è stata
pubblicata presso il Cradoch, come è dichiarato sulla carta stessa,
a Londra, 47 Paternoster Row. Il disegno della Sardegna si presenta
assai preciso, sia nel dettagliato profilo costiero, sia nei
particolari dell'interno, con l'orografia rappresentata con la
moderna tecnica del tratteggio a lumeggiamento zenitale, i fiumi
segnati da un tratto sottile. Sono tracciate anche le strade
principali. Le scale grafiche sono collocate esternamente alla
cornice, lungo il lato destro. Il
foglio è tagliato lungo il lato sinistro, dove era forse presente
un'altra carta.»
Dettaglio della mappa con il nome di Cargeghe
Pochi anni
dopo, nel 1844, è un'altra mappa: "Carta della Sardegna, in
Atlante Geografico degli Stati Italiani", a riportare
correttamente il nome di Cargeghe.
Dettaglio della mappa con il
nome di Cargeghe e Muros
Si arriva così
all'anno 1845, quando venne pubblicata dal conte Alberto Ferrero
della Marmora in collaborazione con il Maggiore Carlo de Candia, la
celebre “Carta dell'Isola e Regno di Sardegna”.
Nella quale
compaiono con maggiori dettagli Cargeghe, Muros e il Campo Mela.
«La
grande carta in scala 1: 250.000 del La Marmora, realizzata in
collaborazione col Maggiore Carlo de Candia, è qui nella versione da
viaggio. Essa si costituisce infatti di 4 fogli in formato tascabile,
ciascuno a sua volta diviso in 10 rettangolini cartacei montati su
tela. Nella carta non manca il ricordo dei "lavori
trigonometrici, e geodetici di questa carta, incominciati nel 1824, e
proseguiti quasi senza interruzione sino al 1838", per i quali
l'autore rimanda alla notice inserita nel 1 vol. 2.da Ediz. (1839)
del Voyage en Sardaigne. Nell'angolo in alto a sinistra c'è l'indice
delle posizioni geografiche dei principali punti della triangolazione
eseguita. Più in basso, sullo stesso lato, all'interno di un
riquadro è la Carta dimostrativa della riunione dei triangoli della
Sardegna con quelli del Continente passando per quelli di Corsica.
Nella carta sono inserite anche varie tavole di riduzione per i
diversi sistemi di misure adottati, oltre a numerose didascalie con
le notizie più disparate. L'orografia è resa col tratteggio a
lumeggiamento obliquo accompagnata dall'indicazione delle altitudini
dei vari rilievi. L'idrografia assai dettagliata rappresenta i fiumi
con una linea sottile che ne traccia l'effettivo percorso. I centri
abitati, segnati con un cerchietto, sono assai numerosi. È segnalata
anche la presenza di chiese campestri, fortezze, castelli antichi,
nuraghi e torri litoranee.»
Dettaglio della mappa con il nome
di Cargeghe, Muros e Campo Mela
Bibliografia essenziale
Isabella Zedda Macciò, Sardinia: Carte geografiche della Sardegna dal XV al XVIII Secolo, Nuoro, Ilisso,
2004.
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